Allontanandosi dalla costa ed addentrandosi nell’entroterra, nelle valli dei fiumi Marecchia e Uso, si possono incontrare affascinanti luoghi che conciliano interesse storico, artistico e naturalistico. Non parleremo di San Marino, già ampiamente conosciuta, ma vi consiglieremo altri luoghi non meno affascianti e ricchi della nostra tradizione e cultura.
SAN MAURO PASCOLI
Noi romagnoli siamo particolarmente legati alla poesia di Giovanni Pascoli, per cui merita una visita il museo di Villa Torlonia a San Mauro Pascoli.
I possedimenti rurali della famiglia Torlonia erano amministrati dal padre del poeta, che crebbe in tali luoghi, tra il mare e la campagna.
Oggi la tenuta è sede di un museo multimediale interattivo che permette di conoscere la poesia di Giovanni Pascoli in un percorso sensoriale ed emozionante.
SANTARCANGELO DI ROMAGNA
Addentrandosi nell’entroterra, si trova la splendida cittadina di Santarcangelo di Romagna, in una posizione particolare: il suo territorio infatti è in parte collinare e parte in pianura; è bagnata dai due fiumi, il Marecchia e l’Uso.
L’antico borgo sorge sulla via Emilia, adagiato su un morbido colle, chiamato colle Giove.
Ancora oggi è ben visibile la tipica struttura del borgo fortificato di matrice medievale che la caratterizza, con la presenza ancora delle mura perimetrali.
Santarcangelo ha una forte identità romagnola ed ha una doppia anima, popolare e nobile: vi si respira un’atmosfera di borgo di grande bellezza architettonica fatta di nobili palazzi, case borghigiane, vicoli e piazzette che le hanno conferito il titolo di Città d’Arte, per le manifestazioni di respiro internazionale che la animano e delle sagre di paese dense di profumi e di sapori.
Sant’Arcangelo è il luogo natale di Tonino Guerra, poeta artista e sceneggiatore di fama internazionale: fu lui lo sceneggiatore di Amarcord di Federico Fellini!
Oltre al borgo, interessanti da visitare sono le grotte tufacee scavate con un fitto reticolo nel Monte Giove, notevoli per la loro bellezza architettonica e sulle cui origini ed usi il dibattito è ancora aperto: alcuni sostengono che servissero come cantine per la conservazione del Sangiovese, altri invece, che fossero luoghi di culto.
POGGIO BERNI E TORRIANA
Sulle prime colline riminesi, si trovano Poggio Berni e Torriana, due piccoli comuni che fino a qualche anno fa erano due comuni separati ma oggi sono stati uniti in un’unica cittadina.
A Poggio Berni merita uno sguardo Palazzo Marcosanti, che è stato per secoli il luogo dove si sposavano i rampolli delle nobili famiglie dei Malatesta, Montefeltro e Gonzaga.
A Torriana, invece, spicca la Rocca in cui echeggia la storia di Paolo e Francesca, come nella vicina Gradara. Infatti, secondo la leggenda, nelle segrete di questo castello fu ucciso (dai figli di suo fratello Paolo) Gianciotto Malatesta che pochi anni prima aveva fatto uccidere Paolo, amante di Francesca.
MONTEBELLO
Montebello, frazione di Poggio Berni e Torriana, domina la Valmarecchia in una spettacolare posizione panoramica.
Nel III secolo i romani, data la posizione trategica, a 500 metri sul livello del mare, che dominava tutta la costa riminese ed il suo entroterra, vi costruirono una fortezza a difesa della Romagna. Il nome Montebello, infatti, non sta a indicare, come erroneamente si pensa, la bellezza del luogo, ma deriva da Mons Belli, Monte della Guerra.
Si accede al borgo fortificato da una porta e subito tutto appare per quel che è: un piccolo mondo antico che si inerpica lungo la costa della rupe millenaria, composto da case basse, una torre di difesa, qualche bottega e negozietto, la chiesa di San Pietro Apostolo e poi il Castello, meta di tanti visitatori provenienti da tutto il mondo.
Ciò che più affascina del Castello, è la misteriosa leggenda del fantasma di Azzurrina, che esperti di tutto il mondo studiano tutt’oggi.
Questa la leggenda:
Guendalina, figlia di un certo Ugolinuccio o Uguccione, feudatario di Montebello nel 1375, fu la protagonista di un triste fatto di cronaca.
Era il 21 giugno di quel lontano anno quando, nel nevaio della vecchia Fortezza, la bimba scomparve e non venne mai più ritrovata.
Questa in breve è la sua storia che, tramandandosi oralmente per circa 3 secoli, si arricchì di elementi di fantasia. Ma perché se ne parlò tanto? Il motivo lo apprendiamo da una Miscellanea di racconti della bassa Val Marecchia, frutto di un gusto seicentesco per le fabulae popolari. La penna di un raccoglitore di storie del XVII secolo fermò così, su carta, il lungo volo di quella che, ormai, era già una leggenda: Azzurrina.
“… aveva gli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini …”Da qui dunque deriva il soprannome di Guendalina e la sua suggestione, da un ‘vero’ fenomeno che, se visto più da vicino, si scopre risultato di una tinta venuta male, perché la bambina nacque, in realtà, con capelli bianchi: albina.
La diversità dell’altro è una cosa che non di raro spaventa l’uomo, oggi come un tempo. Il sospetto poi, portato all’estremo, conduce a volte, a credere in estremi rimedi. Eliminare il diverso e con esso ciò che rappresenta, può essere visto come una soluzione.
Fu allora, per difendere (o nascondere) la figlia che i genitori le tinsero i capelli, ma il bianco dell’albinismo non trattiene il colore, reagisce al pigmento diventando azzurro. Ecco spiegato lo ‘strano’ caso e l’appellativo ad esso legato. Eppure, il fascino che ancora esercita sui molti visitatori del Castello, sui produttori di trasmissioni televisive, sui semplici curiosi, rimane riposto nell’arcano.
Cosa spinge tanta gente a percorrere le tortuose strade della millenaria rupe, per giungere in fine alla Rocca di Mons Belli? Per scoprirlo riprendiamo il nostro manoscritto seicentesco e continuiamo a leggere:“… e si narra che, allo scadere del solstizio estivo di ogni lustro, un suono proveniente da quel sotterraneo cunicolo si faccia ancora sentire.”
SAN LEO
Magnifico borgo, situato nella zona di Montefeltro e della Valmarecchia, tra dolci colline e fiumi, ricco di una storia secolare.
San Leo è arroccato su una rupe e vi si accede da un’unica strada scavata nella roccia stessa.
E’ sovrastata dalla Fortezza, visibile da qualsiasi punto del borgo, costruita su uno sperone naturale già di per sé inaccessibile, da sempre considerata un ammirevole punto d’incontro tra natura e arte.
VERUCCHIO
E’ un antico borgo che sorge nella vallata del Marecchia dominandola da una posizione rialzata ( 300 m. s.l.m.), strategicamente posizionata tra il mare e la collina, di origine villanoviana.
I suoi emblemi sono la rosa canina, simbolo dei Malatesta, e la fibula d’ambra, che richiama il Museo Civico Archeologico. Quest’ultimo racconta la storia del villaggio villanoviano-etrusco che sorse sulla rupe di Verucchio nella prima età del ferro.
Oggi Verucchio presenta due realtà distinte: il vecchio paese medioevale, che ruota attorno al complesso monumentale della Rocca Malatestiana e la cittadina, sorta più a valle, che brulica di piccole e grandi aziende agricole e vinificatrici molte delle quali ospitano ristoranti e agriturismi per una degustazione diretta degli ottimi prodotti e vini, su tutti il Sangiovese di Romagna, tipicità del territorio.
RIMINI
Rimini è una città che unisce che racchiude interessi svariati: è ricca di aspetti di natura storica, culturale e paesaggistici.
Dal punto di vista degli interessi storici, si possono seguire due itinerari: uno legato alla presenza della civiltà romana, ed uno a quella medievale e rinascimentale.
L’impronta romana è ben visibile nell’asse che taglia longitudinalmente la città, unendo il Ponte di Tiberio con l’Arco d’Augusto. Lungo tale percorso, percorribile agevolmente a piedi, è possibile visitare il Museo della Città, ospitato nel settecentesco Collegio dei Gesuiti che racconta la storia della città. All’incrocio tra cardo e decumano si apre il foro, attuale Piazza Tre Martiri, cuore dell’antica vita pubblica ed economica dell’antica Ariminum. Ancora presente l’antica porta di accesso alla città, risalente al I sec. a.C., la Porta Montanara. Visitabile anche la Domus del Chirurgo, così soprannominata dalla professione dell’ultimo proprietario, risalente all’età imperiale: un’ampia area archeologica di 700 mq; infine L’Anfiteatro Romano risalente al II sec. d.C, costruito su ordine dell’imperatore Adriano.
L’itinerario medievale-rinascimentale parte dal Tempio Malatestiano, progetto risalente alla metà del ‘400 di Leon Battista Alberto, con un affresco di Piero della Francesca, per poi proseguire con la Chiesa di Sant’Agostino del ‘300. Un particolare richiamo va fatto al Castel Sismondo o Rocca Malatestiana, il cui perimetro, composto dall’antico fossato, la cinta muraria e la piazza su cui si affaccia, è stato recentemente riqualificato. In ultimo si arriva in Piazza Cavour, con Palazzo dell’Arengo e del Podestà e la Fontana della Pigna.
Rimini ha subito il fascino del grande Federico Fellini, nato e vissuto in questa località di mare. La sua presenza è evidente e ricordata ovunque: in Via Dardanelli è ricordata l’abitazione in cui nacque, Palazzo Dolci in via Clementini in cui Fellini si trasferì in seguito, Piazza Fellini con la Fontana dei Quattro Cavalli su cui si affaccia il Grand Hotel, bellissima costruzione in stile Liberty. Il più ampio progetto del Museo Fellini è proprio il Cinema Fulgor, immortalato in Amarcord, completamente restaurato, con arredi progettati da Dante Ferretti, scenografo e 3 volte premio Oscar.
Ricordiamo anche il Teatro Amintore Galli, inaugurato il 28 ottobre 2018 dopo i lavori di ricostruzione in seguito ai bombardamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale. Recentemente la rivista americana Time, lo ha annoverato tra le 100 esperienze al mondo da vivere nel 2019.
Rimini però, oltre ad avere una ricca offerta culturale, gode anche di numerose proposte di carattere naturalistico: in primo luogo va evidenziato il Parco Marecchia che costeggia l’omonimo fiume, ideale per passeggiate e tour in mountain bike: il percorso ciclabile unisce tutta la Valle partendo da Rimini fino a Novafeltria e poi ancora verso il confine con la Toscana.